Colle Peragalli - Fara in Sabina

 

   A seguito di alcuni lavori di sbancamento tra Colle Manfredi e Colle Peragalli per l’edificazione del Centro di Formazione Pastorale è venuto alla luce un complesso sistema idraulico sotterraneo. A circa un paio di metri di profondità si apre in una collinetta tufacea un condotto idrico completamente rivestito di cocciopesto. Il condotto è scavato in una formazione di tufi permeabili alternati a tufi impermeabili che deve aver avuto la funzione, come molti altri esempi noti in tutto il Lazio, di captazione e drenaggio idrico.

   Nella parte terminale del condotto un muro di epoca romana, impediva l’ulteriore esplorazione del sistema idraulico sotterraneo. Per procedere nell’esplorazione è stato necessario asportare parte del muro.

   La successione stratigrafica evidenziata è caratterizzata da un primo strato contenente terra di riporto e materiale antropico relativo alla fase di disuso e riempimento del cunicolo, ed una seconda unità stratigrafica sottostante caratterizzata da limi argillosi relativi alla fase di sedimentazione del condotto stesso.

 

 

 

  Il materiale archeologico deve essere defluito all’interno del condotto da alcuni pozzi presenti sulla collina. Al di là del muro, che risulta anch’esso intonacato con del cocciopesto, il cunicolo sale di quota e si biforca in una serie di altri condotti secondari che intersecandosi tra di loro conferiscono a tutto il sistema l’aspetto di un vero è proprio dedalo. Si tratta di una cisterna a cunicoli utilizzata per immagazzinare l’acqua.

 

   Si riscontra quindi una modificazione a livello strutturale e soprattutto funzionale dei cunicoli ed un riutilizzo successivo. I sistemi idraulici nell’ager curense devono essere stati concepiti per sfruttare le abbondanti precipitazioni meteoriche già a partire dal VI secolo a.C. La maggior parte infatti della complessa rete di cunicoli laziali si sviluppa a poca profondità, ed era alimentata dalle frequenti precipitazioni così da garantire alla genti stanziate sul luogo acqua pura, evitando lo scavo di gallerie in profondità per raggiungere la falda acquifera.

   Lo scavo e lo sfruttamento dei cunicoli di Passo Corese può quindi inserirsi tra il VI ed il IV secolo a.C. Dopo la conquista romana ed i contemporanei mutamenti climatici che portarono ad una drastica diminuzione delle piogge, si assiste ad graduale cambiamento a livello tipologico e funzionale di tutti i sistemi idraulici sotterranei.

   Ulteriori indagini nella zona dell’ager curense e la valle del Tevere potrebbero portare all’individuazione di ulteriori strutture idrauliche ipogee scavate durante il periodo arcaico, contribuendo a definire lo stanziamento delle popolazioni locali e lo sfruttamento del suolo in epoca arcaica.