La civiltà appenninica in Sabina

  La denominazione di "civiltà appenninica" (1700-1200 ca. a.C.) venne introdotta per la prima volta nel 1931 dal paletnologo U. Rellini che dimostrò la presenza, lungo tutta la penisola italiana, di una uniforme cultura dell’ Età del Bronzo, caratterizzata da uno specifico tipo di ceramica ad impasto fine decorata ad intaglio e a punteggio.  Alla fine degli anni ’50 S. Puglisi pubblicava “La civiltà appenninica“ sostenendo che il pastoralismo transumante fosse la principale risorsa economica di questa cultura. 

  In realtà l’economia dei gruppi appenninici era basata sull’agricoltura e su un tipo di allevamento in parte transumante ed in parte sedentario.  I dati più significativi riguardo allo stanziamento ed allo sfruttamento del territorio sabino da parte delle comunità appenniniche, provengono dalla zona compresa tra le pendici del Monte Tancia e la media valle del Farfa.   Uno degli insediamenti più importanti sorge in prossimità del valico di Tancia alle pendici del massiccio omonimo. Il sito si trova su di un’area terrazzata ad una quota di 800 m. ca.

  I frammenti ceramici provenienti da questa zona sono riferibili ad un vasto complesso insediativo costituito da un abitato posto su terrazzi in parte regolarizzati artificialmente. Il valico del Tancia deve aver avuto, durante l’età del bronzo, una importanza fondamentale per la transumanza. Quella che si praticava era probabilmente una transumanza a corto raggio basata sui pascoli estivi dei Monti Sabini e Reatini, e su quelli invernali della valle del Tevere.

  La presenza di piccole grotte, e non solo nell’area dell’abitato ma anche lungo il Fosso Galatina, fa supporre la presenza di luoghi di culto e/o di sepoltura. Queste particolari attività rituali, per quanto riguarda le comunità appenniniche, sono ben documentate in alcune cavità presenti nella valle del Farfa. Una frequentazione cultuale sembra attestata a Grotta Scura nel comune di Castelnuovo di Farfa e a Poggio Nativo nella Grotta di Battifratta.

  Molto importante come sito è anche l’abitato posto alle pendici del Monte degli Elci a Toffia. L’insediamento si trova su un terrazzo di roccia calcarea e presenta strette analogie con l’insediamento rilevato alle pendici del Monte Tancia.

  In base a queste considerazioni si può comprendere come la zona della sabina, tra la media valle del Farfa ed il Monte Tancia, si sia prestata in maniera ottimale ad uno stanziamento stabile da parte dei gruppi appenninici. La transumanza era infatti resa possibile dalla posizione degli abitati distribuiti lungo i crinali secondari dei Monti Sabini, l’agricoltura era invece praticata in zone umide su terrazzi o declivi.